I ritorni di settembre riguardano tutta una costellazione di riverberi, sebbene non sia passato molto tempo dalla fine della Mostra di Venezia o del Festival di Locarno, in cui c'è stata la prima presentazione del Film in cui nuoto è una febbre, seguita da quella veneziana il 3 settembre, ragione per cui il numero 7 di Uzak non è uscito in tempo, accorpandosi adesso all'8, in un'edizione doppia che rappresenta il transito verso un autunno di rimuginazioni. Prima tra tutte il capolavoro di Terrence Malick To the wonder, che ho già difeso (nello speciale dedicato alla mostra) da ogni – pur ragionevole – critica, e di cui scrivo diffusamente nel prossimo Filmcritica (per dire, tra l'altro, di una rivista eponima a cui Uzak si sente vicino), perché si tratta di un lirismo spinto, eccedente, manierista come certe “croste” dalla cui immobilità trasudi inquietudine elevata a monismo.
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